Il Responsabile Nazionale CNA Autoriparazione Mario Turco interviene in merito al recente attacco ai carrozzieri indipendenti da parte del Presidente Ania Aldo Minucci
La recente intervista ad Aldo Minucci, Presidente dell’ANIA, pubblicata sul mensile Specchio Economico con il titolo “RC auto, basta una miniriforma per ridurre le tariffe”, testimonia della “dichiarazione di guerra” che l’ANIA ha fatto all’indipendenza imprenditoriale. Certamente il Presidente dell’ANIA non si riferiva a quella delle compagnie di assicurazioni, per le quali più che di indipendenza si può parlare di imprese che fanno proprio come gli pare nel mercato della RC auto. Il Presidente si riferiva alla indipendenza delle imprese di carrozzeria, che – benché sia un concetto fondamentale del liberismo economico – quando si parla di carrozzerie proprio non riesce a digerirlo. Eppure indipendenza e autonomia imprenditoriale dovrebbero essere concetti sacri per chi rappresenta imprese.
Insomma, l’unica cosa che condividiamo dell’intervista in questione è il titolo, perché è proprio vero che basterebbe una miniriforma per ridurre le tariffe. Certamente non quella ri-proposta dall’ANIA e già più volte respinta in sede di Commissioni parlamentari, proprio perché i suoi contenuti e le sue proposte cozzano non solo contro i principi della libera concorrenza tra imprese, ma anche contro le più elementari norme giuridiche in vigore e le diverse sentenze della Corte costituzionale e quella di Cassazione, oltre la copiosissima giurisprudenza in materia.
La miniriforma che noi auspichiamo è quella che si rifà ai contenuti ed alle proposte presentate dalle Associazioni nazionali di rappresentanza delle carrozzerie in un Convegno svoltosi a Roma il 1° ottobre, a cui si ispira un disegno di legge già depositato alla Camera dei Deputati.
Desidero qui richiamarne solo alcuni punti essenziali perché in essi si ritrova la risposta agli attacchi strumentali e ingiuriosi che L’ANIA rivolge alla categoria dei carrozzieri indipendenti, il cui profilo accusatorio ha sicuramente varcato i limiti, dando prova di una vertiginosa caduta di stile che – sinceramente – non ci sembra consona ad una grande associazione di rappresentanza.
Il principio da cui parte l’impianto della nostra proposta è la libertà di scelta del carrozziere da parte dell’automobilista. Principio che in una economia di mercato dovrebbe essere scontato, ma evidentemente così non è se a questo viene contrapposto dall’ANIA il ricorso (fintamente facoltativo ma nei fatti obbligato) alle carrozzerie convenzionate quale rimedio di tutti i mali del mercato della riparazione.
Il messaggio scorretto, ingiurioso e strumentale che l’ANIA vorrebbe far passare è che il carrozziere indipendente è un furfantello che ha anche legami con la criminalità organizzata organizzando frodi e che sicuramente è un evasore fiscale. Ora delle due l’una: o l’ANIA conosce casi precisi e documentati, allora perché non li ha denunciati? Di cosa ha paura? Oppure spara nel mucchio perché vuole sollevare una cortina fumogena e nascondere i suoi veri obiettivi. Noi sappiamo quali sono e da tempo li denunciamo.
In realtà le reti convenzionate sono uno strumento in mano alle assicurazioni per condizionare in maniera anomala il mercato della riparazione verso il basso. I contratti di convenzione, specialmente in alcuni e riconoscibilissimi casi, contengono condizioni capestro che impongono modalità e parametri che costringono le carrozzerie a lavorare sotto costo ( tariffe orarie in molti casi irrisorie, tempi di riparazione ridotti rispetto a quelli necessari, ricambi dati in conto lavorazione, servizi aggiuntivi richiesti per gli automobilisti, forniti direttamente dal carrozziere e non sempre rimborsati dall’assicurazione, richiesta di sconti sul fatturato della carrozzeria convenzionata). Il fatto è che non si può e non si deve far decidere a chi paga il risarcimento le modalità ed il quantum di quest’ultimo: è ovvio che tenterà di pagare il meno possibile, anche a discapito della qualità delle riparazione. La convenzione tra assicurazione e carrozzieri (possibile come tutti i contratti tra privati) deve rispettare i parametri economici che derivano dall’applicazione del contratto di lavoro, dall’applicazione di leggi e normative sulla sicurezza e sull’ambiente, nonché dai parametri degli studi di settore. L’osservanza di tutto ciò comporta – sul piano dei costi aziendali – l’individuazione di una soglia minima al di sotto della quale si incentiva il lavoro irregolare e si innesca un fenomeno di concorrenza sleale nei confronti di quelle carrozzerie che rispettano contratti, leggi e regole. Non sarà certo un caso che molte carrozzerie cominciano a disdettare le convezioni firmate: probabilmente si stanno rendendo conto che a fronte della promessa (spesso non mantenuta) di lavoro “canalizzato”, c’è la certezza di lavorare a perdere.
Rispetto alla mancanza di qualità del lavoro delle carrozzerie indipendenti, altra accusa falsa e strumentale dell’ANIA, la nostra proposta parla da sola leggendo la parte tutta dedicata alla sicurezza stradale. Noi chiediamo che negli incidenti che compromettono la sicurezza del veicolo la riparazione diventi obbligatoria. Di conseguenza chiediamo che la riparazione sia fatta nel rispetto assoluto della qualità e cioè nel senso del ripristino dei parametri di conformità agli standard delle case automobilistiche. E per assicurarsi che detta riparazione di qualità sia stata effettivamente eseguita, noi proponiamo che lo si controlli attraverso la revisione straordinaria. Con ciò i carrozzieri dimostrano che sono pronti e disponibili a mettere sotto controllo la qualità del loro lavoro, contribuendo così anche al perseguimento dell’obiettivo generale della sicurezza stradale. Cosa risponde ANIA a questa nostra proposta, o è solo interessata a fare tanto fumo propagandistico sul tema della qualità delle riparazioni, affermando senza prove e senza riscontri che la qualità si trova solo presso i convenzionati?
Leggendo l’intervista di Minucci ci siamo chiesti a quale concetto di “parità del diritto” si riferisce (e qui mi rivolgo anche al Sottosegretario Vicari che su questo punto suona la stessa musica) quando promuove la forma specifica (opportunità regolamentata dal codice civile) quale applicazione del diritto di accordo tra privati, e contemporaneamente nega lo stesso diritto quando si parla di cessione del credito in capo alle carrozzerie, che non è altro che un’altra opportunità regolamentata dal codice civile proprio in quanto accordo tra privati. Risulta al Presidente ANIA che, soprattutto in questa congiuntura economica, questo dispositivo permette all’automobilista di far riparare la propria auto senza anticipare somme di danaro? Il problema delle frodi sta da tutt’altra parte e non c’entra con la cessione del credito. Le frodi nascono da specifici “comitati d’affari” dove sono presenti tutti gli attori della filiera (nessuno escluso). E non è ammissibile che per colpa di alcuni disonesti venga portata alla sbarra una intera categoria (quella dei carrozzieri ). Perché non si accusano anche gli altri attori che partecipano alla frode, perché non si denunciano puntualmente e spesso si preferisce pagare e star zitti? Esiste la volontà vera di combatterli? Noi ci stiamo e la nostra proposta lo dimostra.
Quando il Presidente Minucci afferma nella sua intervista che “una buona parte dei lavori delle carrozzerie normali sono compiuti in nero…”, allora la sua narrazione assume i toni del tragicomico. A parte il fatto che non si capisce cosa volesse intendere per carrozzerie “normali” (vuol dire che gli indipendenti sono normali ed i convenzionati sono “super” ?), desideriamo ricordare al Presidente ANIA che le assicurazioni liquidano i danni al cliente versando loro solo l’imponibile, con un risparmio immediato del 22% sul danno risarcito ( e qui i volumi del mancato gettito sono molto ma molto più alti dell’evasione di cui ci accusa senza prove). La nostra proposta di legge, che riprende una nostra vecchia e cara battaglia, propone che il sinistro venga liquidato esclusivamente a presentazione del documento fiscale, azzerando così ogni dubbio sul mancato gettito IVA. Inoltre tale documento fiscale vogliamo che sia preciso e dettagliato, indicando anche le modalità del lavoro effettuato, ivi compresi i ricambi utilizzati. La tracciabilità e la trasparenza sui lavori eseguiti darebbe una serie di informazioni concretissime ed immediate al sistema generale che ha il compito di rilevare possibili frodi assicurative. Non ci sembra un contributo da poco su questo fronte che ci vede impegnati e combattivi, proprio perché siamo una categoria di imprese serie, oneste e rispettose delle leggi e delle regole, checché ne dica l’ANIA.
MARIO TURCO
Responsabile nazionale CNA Autoriparazione
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