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Scatole nere: l'ANEIS denuncia il rischio di violazione della privacy 

Italia record europeo di scatole nere grazie alle "agevolazioni" delle polizze rc auto. L' A.N.E.I.S. denuncia: rischio di violazione della privacy

In Italia è boom di polizze assicurative dotate di scatola nera. Sono circa 4,5 milioni gli italiani (dati Corriere Economia) che ritengono questo tipo di assicurazione vantaggiosa. Un numero nettamente superiore rispetto agli altri paesi europei, dove in media non si superano le 20 mila unità. La black box è un dispositivo satellitare dotato di un geo-localizzatore e di un accelerometro in grado di registrare tutti i movimenti del veicolo e lo stile di guida del conducente, quindi, almeno sulla carta, consentirebbe, in caso di sinistro, di aiutare a ricostruire le modalità di accadimento del sinistro stesso.

Tuttavia secondo A.N.E.I.S. (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale), l'installazione della scatola nera sul veicolo rappresenta una vera e propria “invasione della privacy” di cui gli assicurati non comprenderebbero evidentemente la portata.

“In grave pericolo è la tutela della riservatezza e della privacy personale – spiega il Presidente A.N.E.I.S., Giovanni Polato –  in quanto i dati registrati dalla “scatola nera”, possono essere divulgati senza il consenso del proprietario del veicolo. Non solo. La gestione e la “vendita” di tutti questi dati (così come già accade per i social network FACEBOOK o TWITTER o altri) è destinata a diventare una nuova area di business per le imprese di assicurazione, senza alcun vantaggio per gli assicurati. Infine, giova ricordare che in caso di danneggiamento della scatola stessa, l'assicurato deve rimborsarne il costo all'assicurazione, così come a suo carico sono i costi di disinstallazione in caso di vendita del veicolo”.