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Roberlo: Luca Holtzer, Company MAN

Sembra il titolo di una canzone e invece è l’anima di Luca, tecnico Roberlo, che è così orgoglioso dell’azienda per cui lavora da tatuarsi il logo sul braccio. Non ci sono offerte che tengono: lui è il tecnico 100% Roberlo. Una storia che ci insegna come sia possibile creare fedeltà all’azienda.
Noi che il mondo dell’autoriparazione lo viviamo e lo raccontiamo ogni giorno attraverso le pagine di questo giornale, abbiamo capito una cosa: fare il carrozziere non è solo un mestiere, ma anche e soprattutto una vocazione. La passione che anima le vostre giornate spesso è contagiosa, purtroppo non abbastanza. Già, perché il settore sta attraversando un’emergenza di dimensioni sempre più importanti, quella del ricambio generazionale. Un tema complesso e delicato che, per il momento, ci limiteremo a contrastare condividendo una bella storia di passione e fedeltà aziendale: quella di Luca Holzer, che lavora in Roberlo Abrastuk, una solida realtà spagnola “del colore” che da qualche anno ha messo radici anche nel Bel Paese, in provincia di Treviso.

Luca, com’è iniziata la sua avventura in Roberlo?

«Sono qui dal 2019, praticamente l’anno in cui è partito il progetto Blucrom, un sistema di miscelazione a base d’acqua particolarmente efficace e apprezzato. Io venivo da un’esperienza di carrozzeria lunga 15 anni durante i quali avevo già lavorato con i prodotti Roberlo; il commerciale di riferimento mi disse che c’era la possibilità di entrare in azienda come tecnico ed eccomi qui. Oggi questo ruolo è affidato a me, Alex Scattolin, Cosimo Cavallo e Silvano Pinato, ognuno nella propria zona. Io ad esempio spazio in lungo e in largo dal Friuli alla Liguria, supportando le carrozzerie o affiancando i colorifici quando c’è da fare partire un sistema nuovo».

Cosa la fa sentire così affezionato a questa azienda?

«Il rapporto umano: nonostante la crescita importante degli ultimi anni, Roberlo Abrastuk continua a mantenere una dimensione familiare, non solo a livello italiano ma anche nei rapporti con la Spagna, che mi fa sentire parte di una grande famiglia e protagonista di un bel progetto. Perfino in fase di lancio di un nuovo prodotto c’è molta sinergia tra sede e filiale: noi tecnici abbiamo sempre la possibilità di provare in anticipo ogni novità e la nostra opinione viene tenuta in grande considerazione».

Per questo si è tatuato il logo Roberlo sul braccio?

«Lavorando in carrozzeria come verniciatore avevo un grande obiettivo: quello di fare il tecnico per un’azienda produttrice o un colorificio, un ruolo che mi permette di sperimentare e toccare con mano tecnologie sempre innovative, condividendo la mia passione con altri specialisti; un sogno diventato realtà grazie a Roberlo, per questo ho deciso di tatuarmi il logo».

Quanto è importante il suo attaccamento all’azienda nel rapporto con i carrozzieri?

«Molto perché oggi, oltre al prodotto in sé, è importante il rapporto di fiducia che instauriamo con i partner».

Quindi il suo futuro sarà ancora in Roberlo?

«Ho ricevuto delle offerte dai concorrenti, ma ho preferito privilegiare la dimensione umana. Il mio desiderio poi è di continuare a fare parte di questo progetto che è in crescita e, anche dall’esterno, viene percepito in modo sempre migliore. Merito del servizio competente e puntuale, della gamma prodotti in espansione e del grande sforzo messo in campo dall’ufficio marketing: siamo su Instagram, Facebook, TikTok e YouTube. Inoltre, dal sito è possibile accedere a un canale telematico per seguire corsi di formazione e aggiornamento online completamente gratuiti».

E quale futuro attende il settore carrozzeria?

«La grande emergenza adesso, non solo italiana ma europea, è il ricambio generazionale; questo settore non è più attrattivo per i giovani, una vera contraddizione visto che il mercato gode di buona salute, a patto di trovare un buon equilibrio tra clientela privata e accordi con i grossi attori del mercato. A questo proposito Roberlo non spinge in una direzione di accordi commerciali, al contrario siamo concentrati sull’abbattimento dei tempi di lavorazione e dei costi con l’introduzione di linee ad essiccazione rapida a basse temperature, caratteristiche in linea con le richieste del momento».

a cura di Simone La Rocca