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Ripartono i lavori stradali dopo 10 anni di calo continuo

Il 2019 sta registrando una decisa ripresa dei lavori stradali, dopo 10 anni (2007-2016) di calo continuo e due successivi di galleggiamento su valori ampiamente sotto la soglia necessaria per rimettere in salute il nostro patrimonio stradale. La produzione di conglomerato bituminoso (asfalto), principale indicatore delle attività di costruzione e manutenzione delle strade, sta infatti facendo segnare quest’anno una significativa crescita (ad agosto +17%) e a fine anno toccherà quota 30 mln di tonnellate, un livello mai raggiunto negli ultimi 13 anni, anche se ampiamente sotto gli standard pre-crisi (produzione stabile a 40 mln di tonn. fino al 2006). Questa importante inversione di tendenza è guidata principalmente dagli investimenti di ANAS che, finalmente dopo un lungo periodo di stallo (causato anche dal riassetto interno), ha ricominciato a erogare i fondi a disposizione. Restano invece aperte le criticità sulle arterie provinciali, in alcuni grandi comuni come Roma e nei piccoli centri alle prese con forti problemi di bilancio.

A livello nazionale una normativa ancora farraginosa frena la piena ripresa delle attività.

La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale effettuata dall’Associazione SITEB – Strade Italiane E Bitumi e resa nota oggi nel corso dell’evento “Strade a regola d’arte”, promosso dall’Associazione in collaborazione con la Città metropolitana di Milano.

L’appuntamento è stato occasione per approfondire le nuove tecniche e tecnologie per produrre strade sostenibili e durevoli (anche a base di “grafene”, un elemento di cui oggi molto si parla, in grado di migliorare la performance dell’asfalto del 250%) e per fare il punto sull’andamento delle attività di manutenzione delle strade che, complice il difficile scenario economico degli ultimi anni e i continui tagli ai fondi alle amministrazioni locali, ha vissuto una profonda crisi che ha prodotto evidenti conseguenze sullo stato di salute delle nostre strade.

L’Associazione ha evidenziato le criticità vissute dalle imprese del settore, che hanno visto deluse le aspettative generate negli ultimi mesi da provvedimenti come il nuovo Codice degli Appalti e il Decreto Sblocca Cantieri; misure che nei fatti, a differenza di quanto annunciato, non hanno snellito le complesse procedure esistenti, ma complicato le attività di imprese e Pubbliche Amministrazioni, producendo un ulteriore rallentamento nell’emissione dei bandi di lavori.

La ripresa delle attività di manutenzione, oggi trascinata dallo sblocco degli investimenti di ANAS (principale stazione appaltante del Paese) sulla rete stradale va colta dal Governo come un’opportunità per generare un effetto volano nei confronti delle necessarie attività di manutenzione che molte Amministrazioni locali da troppo tempo stanno rinviando.

Auspichiamo che il Governo da poco insediatosi”, sottolinea il Presidente SITEB – Michele Turrini, “inserisca quanto prima nella propria agenda la necessità di un imponente piano per rendere più sicure le infrastrutture italiane, ponti, strade e cavalcavia, a garanzia di tutti coloro che viaggiano. Non vanno ripetuti gli errori del passato, spesso pagati a caro prezzo. Il dato positivo registrato quest’anno non deve far calare l’attenzione sulla necessità di manutenere correttamente le nostre strade. Negli ultimi dieci anni il mancato investimento di circa 10 miliardi di euro in manutenzione ha seriamente compromesso il nostro patrimonio stradale, provocandone il graduale deterioramento; in alcuni casi il degrado è entrato negli strati profondi delle pavimentazioni e ora sono necessari interventi di rifacimento strutturale molto costosi. Le arterie comunali e provinciali sono quelle che necessitano di un più urgente e immediato intervento. Per riparare a questi errori oggi stimiamo occorrerebbero 40 mld di euro di investimenti sulle strade”.

Si parla spesso dei nuovi scenari di mobilità di cui saranno protagoniste le smart roads, la guida autonoma e i veicoli elettrici. Il presupposto di questa rivoluzione tecnologica non può che essere una rete stradale senza falle e sicura”, conclude Turrini.

Secondo l’Associazione, restando sugli attuali livelli di produzione di asfalto (circa 30 milioni di tonnellate/anno) ci vorranno 12-15 anni per rimettere in sicurezza tutte le strade e ne servirà il doppio per rifare completamente almeno una volta tutti i 600.000 km della rete stradale complessiva.

In conclusione, l’analisi dell’Associazione evidenzia come quest’anno alla crescita del conglomerato bituminoso sia corrisposta un aumento dell’11% del valore della produzione e posa in opera (si stima in oltre 2 miliardi), mentre numero di addetti e impianti di produzione sono rimasti stabili, rispettivamente a 31.000 e 380 unità.