Mingozzi, CNA: "Adempimenti cervellotici e investimenti pesanti”
Il tariffario aggiornato per le operazioni di revisioni auto di competenza degli Uffici provinciali della Motorizzazione Civile, entrato in vigore negli scorsi giorni, sta causando notevoli disagi agli automobilisti ed alle imprese di revisione.
Infatti, gli aumenti tariffari previsti di 1,20 euro in favore dello Stato da imputare nei relativi bollettini, interessano anche le revisioni effettuate presso le officine private, nonostante recenti, contrarie indicazioni della Direzione Generale della Motorizzazione.
Da questa mattina si stanno verificando frequenti interruzioni nei collegamenti tra i centri privati di revisione ed il CED della Motorizzazione, che impediscono di fatto l’effettuazione della revisione.
Le Organizzazioni di categoria di Confartigianato, CNA e Casartigiani denunciano l’atteggiamento ambiguo e contraddittorio della Direzione Generale della Motorizzazione. L’Amministrazione infatti, da un lato, non ha voluto affrontare in maniera organica la pressante richiesta di adeguare le tariffe delle revisioni, ferme dal 2007, anche a fronte dei notevoli investimenti effettuati dalle imprese per il nuovo protocollo di comunicazione MCNet2. Dall’altro ha, invece, trovato il modo di garantire maggiori introiti per le casse dello Stato, attraverso disposizioni dell’ultima ora che stanno provocando disagi agli utenti e sconcerto tra gli addetti ai lavori.
“Se il sistema di revisione degli autoveicoli in Italia non è andato in tilt, è merito esclusivo dei tantissimi titolari di officina che, in questi giorni, stanno sacrificando il loro tempo, e il loro portafogli, per garantire agli automobilisti un servizio efficiente e veloce”. Lo dichiara il presidente di CNA Autoriparazione, Franco Mingozzi.
“Siamo arrivati – aggiunge – a una situazione paradossale. Dopo l’aumento dei diritti riservati alla Motorizzazione, che le officine devono versare per ogni revisione, siamo costretti a fare la fila agli uffici postali invece di stare a lavorare in officina pagando, per la seconda volta, i diritti postali”.
“Non sono poche le officine – sottolinea – costrette a rifiutare le richieste di revisione, causando un danno agli automobilisti, un rischio alle sicurezza stradale e una perdita di incasso per le imprese. Tre risultati negativi in un solo colpo. Per le imprese, inoltre, questa situazione si aggiunge alle difficoltà causate dal mancato sostegno agli importanti investimenti affrontati per adeguarsi alle nuove procedure telematiche previste dal protocollo MCTCNe2. Investimenti, voglio dirlo chiaramente, che non ci sono stati riconosciuti in nessun modo dall’amministrazione”.
“Così non possiamo andare avanti – conclude Mingozzi – vanno messi all’ordine del giorno nelle sedi competenti la revisione delle tariffe che spettano alle officine e la stabilizzazione delle procedure telematiche, senza ulteriori aggravi sulle imprese. La CNA è impegnata a tutti i livelli affinché venga garantito il rispetto che la nostra categoria merita per la concreta collaborazione dimostrata nella qualificazione delle imprese e dei servizi forniti agli automobilisti”.
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