L'industria automobilistica tedesca è in sofferenza: colpa del Covid ma anche di una crisi strutturale legata alla lentezza con cui i grandi marchi si sono mossi nella trasformazione elettrica. Ora si parla di settimana corta per salvare l'occupazione...
L’industria dell’auto corre verso una inesorabile trasformazione che passerà attraverso una crisi epocale. Lo dice il più importante sindacato dei lavoratori dell’industria dell’auto tedesca. Oggi il Covid e poi quella strutturale legata al calo della richiesta di nuove vetture e al passaggio all’auto elettrica sono per Ig Metal, la grande sfida del settore e non solo in Germania e un grande pericolo per l’occupazione sia nelle fabbriche di autoveicoli sia per l’indotto.
LA PROPOSTA
Jorg Hofmann, a capo della Ig Metal, propone l’unica soluzione possibile per salvaguardare l’occupazione e di riflesso i consumi. Ovvero riutilizzare il modello Volkswagen, che negli anni Novanta introdusse per un breve periodo la settima corta, con un giorno in meno, decurtando però solo il 10% del salario standard. Una grande sfida lanciata dal sindacato che però non piace al governo tedesco che in questa soluzione vede crescere il costo del lavoro e che lascia fredda anche l’opposizione. La Linke, tuttavia, nella sua leader Katja Kipping sembra apprezzare lanciando l’idea di estendere la settima di 30 ore a tutte le categorie lavorative per ridurre l’impatto della digitalizzazione sull’occupazione. Il leader della FDP invece è drastico: “nessun Paese si è mai salvato da una crisi lavorando meno!”. Intanto gli esperti tedeschi lanciano un monito: la trasformazione elettrica dell’automobile non annullerà i posti di lavoro ma porterà a uno spostamento della forza lavoro verso altri settori attraverso una riqualificazione. Intanto la Germania per affrontare la crisi da pandemia, non solo nel settore dell’automotive, ha usato pesantemente Kurzarbeit, la cassa integrazione. Tutti però convergono su una opinione generalizzata: in Germania tutti si sono mossi tardi nella transizione inevitabile all’auto elettrica e ora il problema è davvero sotto gli occhi di tutti. Così ecco che anche la “grande” Germania non è esente dalla crisi e la sua macchina produttiva potrebbe andare incontro a una vera tempesta perfetta. Non è un caso se proprio in questi giorni Volvo ha consegnato la sua prima Polestar 100% elettrica e Hyundai si prepara a lanciare un marchio 100% elettrico.
a cura di Renato Dainotto
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