Il Codacons lancia una massiccia azione legale: gli automobilisti possono diffidare il Comune e chiedere le prove dell'avvenuta manutenzione. Valanga di ricorsi in arrivo
A seguito della sentenza della Corte Costituzionale sugli autovelox, il Codacons ha lanciato in questi giorni un’azione legale in favore di centinaia di migliaia di automobilisti multati dagli apparecchi per il controllo automatico della velocità.
Sul sito www.codacons.it l’associazione ha pubblicato una pagina attraverso la quale gli automobilisti che hanno ricevuto una multa elevata da autovelox, possono diffidare il Comune responsabile del verbale a fornire le prove dell’avvenuta manutenzione sugli apparecchi e la data dell’ultima taratura degli stessi.
La Corte Costituzionale, infatti, con la sentenza 113/2015 di pochi giorni fa, ha stabilito che sono illegittime quelle sanzioni prodotte da autovelox non sottoposti a verifiche periodiche di funzionalità e taratura.
Con tale azione – spiega il Codacons – l’automobilista diffida il Comune a fornire la certificazione circa la regolarità degli apparecchi e, quindi, circa il rispetto della sentenza della Consulta. Se l’amministrazione comunale non sarà in grado di fornire la prova relativa a manutenzione periodica e taratura costante degli autovelox, sarà possibile impugnare i verbali, ottenere l’annullamento delle multe ancora non pagate e chiedere la restituzione delle sanzioni già versate.
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