Il voto alla riunione degli ambasciatori Ue sul Regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove diesel e benzina è stato rinviato, non cancellato. Il motore a combustione interna prende fiato ma sulla sua sopravvivenza c’è una storia ancora da scrivere. Facciamo un paragone militare, visto i tempi attuali: il motore a combustione interna in questi mesi ha subito un assedio potente da parte della politica europea. Un assedio che l’ha fiaccato a tal punto che i Costruttori hanno rinunciato a sviluppare il diesel per rispettare i prossimi step ecologici. Investimenti troppo importanti per pochi anni di possibile sfruttamento. I costruttori hanno già iniziato lo sgradevole percorso di chiusura di stabilimenti europei dove si producono i motori, come per Stellantis a Cento (FE), accompagnando il personale con non ben definiti piani di reintegro o aiuto. Il comune di Milano tira dritto per la sua strada con una pressante lotta ai motori termici: tanto pressante da mettere in difficoltà molti lavoratori. Per carità, nessuno nega e noi per primi, che è lecito cercare di abbattere le emissioni, riottenere un’aria più pulita e garantire la salute pubblica. Un fine giusto che non giustificherebbe i mezzi se per mezzi parliamo di crisi occupazionale per centinaia di migliaia di famiglie.
MOTORE TERMICO: QUANDO SARA’ SALVO?
Ecco allora la vera vittoria sarà quando l’Europa fisserà nuovi traguardi, più fattibili e neutralità tecnologica. Fissiamo un obiettivo giusto e concreto sulle emissioni e lasciamo che siano i Costruttori a scegliere la trada migliore. Che l’Europa intanto lavori per dare ai cittadini una reale e concreta alternativa per gli spostamenti di lavoro. Che bello sarebbe se l’Europa usasse in maniera strutturale lo smart working per ridurre gli spostamenti del 20% e con essi le emissioni. Sarebbe ancora più bello se l’Europa si comportasse come una brava massaia quando deve risparmiare: lima un po’ qui e un po’ la le voci di spesa (nel nostro caso di inquinamento) e nel complesso raggiunge l’obiettivo. Senza rinunciare all’arrosto la domenica accompagnato da un bicchiere di vino e magari pure con le paste del buon fine pasto. Così si dovrebbe fare. Ecco oggi che l’assedio è stato rotto con un voto rinviato a data da destinarsi è tempo di lavorare nei corridoi della politica europea per trovare un giusto compromesso. Non una vera marcia indietro, ma una marcia avanti fattibile e non di rottura. Immagino già i commenti degli ECOCHIC: ogni anno muoiono centinaia di migliaia di persone per l’inquinamento. Vero. Allora iniziamo con un percorso graduale verso un obiettivo comune di salute collettiva, magari evitando di tagliare nella sanità. A proposito degli ECOCHIC: spesso ci parlano di agricoltura a km zero e poi sono quelli che vanno al mare in inverno con roboanti viaggi in aereo e che mettono sul tavolo le fragole in novembre. Beh… io che vengo dall’agricoltura le fragole ricordo di averle sempre mangiate abbondanti tra fine aprile e giugno, quando nell’orto proliferano. A novembre… o mele o pere… E al mare ci vado in estate. In macchina certo, ma non con un volo da 12 ore…
Anche questo sarebbe ecologia.
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