In gennaio, secondo l’Acea, nei 28 paesi dell’Unione sono state immatricolate 1.253.877 autovetture con un incremento del 7,1% sul 2017
Ottimo inizio per il mercato auto dell’Unione Europea. In gennaio, secondo l’Acea, nei 28 paesi dell’Unione sono state immatricolate 1.253.877 autovetture con un incremento del 7,1% sul 2017. Come è successo negli ultimi anni, anche nel gennaio scorso quasi tutti i mercati nazionali dell’Unione sono in crescita. Mancano all’appello soltanto Svezia (-1,3%), Portogallo (-2,8%), Cipro (-3,5%), Irlanda (-4,9%), e Regno Unito (-6,3%). Il contributo più importante al buon risultato del 2017 viene dalla Zona Euro che complessivamente fa registrare un incremento dell’8,6%, mentre l’area non euro dell’Unione cresce soltanto del 2,8% appesantita soprattutto del negativo andamento del mercato del Regno Unito. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, anche in Europa, come in tutto il mondo, il mercato dell’auto è fortemente influenzato da due fattori: il primo è la forte crescita dell’economia mondiale che nel 2018 dovrebbe svilupparsi con un tasso del 3,9%, il secondo è il formidabile impatto dell’innovazione tecnologica che sta cambiando radicalmente l’automobile e prepara l’avvento dell’auto a guida autonoma che, tra l’atro, renderà credibile l’obiettivo zero morti sulle strade.
Decisivo, come sempre, il peso dei cinque maggiori paesi dell’Unione in cui le immatricolazioni complessive sono state 869.373 pari al 69,3% del totale. In questi grandi mercati brilla soprattutto per tasso di crescita il risultato spagnolo. Le immatricolazioni sono state 101.661 con un incremento del 20,3%. Questo risultato riduce il gap ante-crisi, cioè rispetto al gennaio 2007, al 12,7% ed è dovuto ad una crescita particolarmente forte del mercato delle imprese (+26,4%) e di quello del noleggio (+24%) con però un risultato significativo anche per i privati (+15,6%). Molto interessante il risultato della Germania che cresce dell’11,6% anche se Matthias Wissmann, presidente dell’associazione dei costruttori tedeschi VDA, getta acqua sulla tentazione di facili entusiasmi dichiarando che “ il risultato non dovrebbe essere sopravvalutato” perché gennaio in Germania (contrariamente con quello che avviene in Italia) è il mese con il minor numero di nuove immatricolazioni. Buono il risultato della Francia, che cresce del 2,5% dopo l’ottima performance del 2017 in cui sono state immatricolate 2.110.748 autovetture con un incremento del 4,7%. E buono è anche il risultato italiano con 177.822 immatricolazioni e un tasso di crescita del 3,4%. Questo tasso è inferiore a quello medio dell’Unione soprattutto perché, dopo una crescita del 51% tra il 2013 e il 2017, un rallentamento nello sviluppo è fisiologico ed inoltre perché alcuni marchi hanno frenato fortemente sui chilometri zero. Per il mercato italiano il Centro Studi Promotor prevede comunque che la crescita continui nel 2018 e si rafforzi nel 2019. Il mercato del Regno Unito infine, dopo aver fatto registrare nel 2016 il record di immatricolazioni e un calo nel 2017, accusa ancora un calo in gennaio (-6,3%). Le cause sono i timori per la Brexit e l’introduzione nell’aprile 2017 di una nuova tassazione che colpisce le emissioni di CO2 delle autovetture. Tra gli altri mercati da segnalare le crescite sopra il 30% della Romania (+66,4%), della Slovacchia (+48,8%), dell’Ungheria (+38,5%), della Grecia (37,5%), della Bulgaria (+36,8%) e della Croazia (+32.7%).
Come sempre, il comunicato dell’Acea fornisce anche i dati dei tre piccoli mercati dell’Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) che complessivamente in gennaio hanno fatto registrare 32.501 immatricolazioni con un calo del 3,7% sullo stesso mese del 2017.
(fonte: ACEA – Centro Studi Promotor)
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