In occasione del cinquantesimo anniversario del primo sbarco dell’uomo sulla luna, avvenuto nel luglio del 1969 con la missione americana dell’Apollo 11, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino dedica “un piccolo tributo” alla grande impresa. Si tratta della mostra L’AUTO VISTA DALLA LUNA, allestita nella “Piazza” del museo da giovedì 11 a lunedì 22 luglio, e di una serata speciale, martedì 16 luglio, alle ore 21.
All’evento sarà presente anche Jeep che per l’occasione, espone 4 modelli della gamma attuale: Jeep Compass, Jeep Renegade in allestimento S, Jeep Cherokee e Jeep Grand Cherokee.
Immerse in un ambiente lunare, circondate dai più bei filmati provenienti dagli archivi NASA, Teche RAI e Centro Storico Fiat, quattro vetture nate in Italia nel 1969 raccontano “come eravamo sulle 4 ruote”. La FIAT 128, costruita al ritmo di 1800 unità al giorno e prima vettura del marchio a trazione anteriore; la FIAT 130, ammiraglia prestigiosa ma anche “incompresa”, che non diede i risultati sperati; la Autobianchi A111 le cui forme squadrate e la moderna meccanica la rendevano all’avanguardia; la Autobianchi A112, nata per fare concorrenza alla Mini, che ebbe un grandissimo successo e venne prodotta per 17 anni. A queste, si aggiunge la Chevrolet Corvette: unica straniera della mostra, era l’auto guidata dagli astronauti dell’epoca d’oro che ne ricevevano una – non in omaggio ma in affitto alla cifra simbolica di 1 dollaro all’anno – da un concessionario della Florida della General Motors.
“Se per capire un uomo, un luogo o un fenomeno, bisogna calarsi nel tempo che li ha accompagnati, anche un oggetto complesso come l’automobile viene da un’epoca precisa e ne ha attraversate altre prima di giungere a noi – spiega il curatore Giosuè Boetto Cohen –. Conoscere questo viaggio lungo i decenni ci apre gli occhi davanti ai perché di una forma, di un colore, di una soluzione tecnica. Il 1969 è stato, prima di tutto l’anno della Luna, ma era anche figlio di un’epoca di rinnovamento. Tempi che influenzarono la società ad ogni livello, che le impedirono di tornare indietro. Tempi che fa bene ricordare nel presente, così carico di incognite”.
Una mostra pensata per celebrare un momento storico fondamentale per l’umanità e raccontare in che modo l’impresa compiuta dagli astronauti dell’Apollo 11 abbia influenzato il costume e le abitudini degli italiani alla guida in quel 1969 indimenticabile.
Oltre alle 5 vetture, le pagine dei giornali specializzati dell’epoca e un’ampia selezione di immagini d’archivio – video e foto – raccontano come i car designer avessero iniziato a realizzare prototipi le cui forme avveniristiche si facevano ispirare da quelle dei missili, come la pubblicità prendesse spunto dall’immaginario spaziale per elaborare un nuovo e accattivante linguaggio, come i viaggiatori divennero esploratori di parti di mondo sperdute, ma allora ancora frequentabili.
MARTEDÌ 16 luglio, alle ore 21, una serata-evento nella quale prenderanno corpo questi e molti altri ricordi grazie alla proiezione di preziosi filmati d’archivio su maxischermo presentati dal giornalista e curatore Giosuè Boetto Cohen.
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