Nel report «Automotive Disruption Radar» l' Italia è ultima in classifica nella "predisposizione" a recepire guida autonoma e auto elettrica. Infrastrutture e normative le aree più critiche
L’Italia si classifica ultima nella graduatoria stilata da Roland Berger nel report «Automotive Disruption Radar» incentrato sull’auto del futuro. Le questioni chiave riprese dallo studio includono la mobilità condivisa, la guida autonoma, la digitalizzazione, l'emobility e, soprattutto per l’Italia, il quadro normativo e le infrastrutture che abilitano tali innovazioni. L’Olanda è prima in classifica, la Germania risulta quinta mentre gli Stati Uniti si collocano appena in decima posizione. Lo studio sull’evoluzione del settore dell'auto è stato realizzato intervistando 11.000 consumatori di 11 Paesi: Cina, Germania, Francia, Regno Unito, India, Italia, Giappone, Olanda, Singapore, Corea del Sud e Stati Uniti.
THE NEXT BIG THING – L’auto senza pilota, considerata «the next big thing» del mercato automotive a livello mondo, è un veicolo automatico che soddisfa le principali capacità di trasporto di una macchina tradizionale con una navigazione senza intervento umano. I veicoli sono in grado di rilevare l’ambiente con tecnologie come radar, GPS e visione artificiale. Stando al report di Roland Berger, l’Italia è ancora pressoché ferma su questo fronte ma ci si aspetta a breve una accelerazione. Con l’introduzione, per esempio, di «zone speciali» con una flessibilità normativa maggiore dove potere effettuare i primi test.
ASIA IN TESTA – Le tematiche più rilevanti prese in considerazione dallo studio a livello globale riguardano l'interesse dei consumatori, la tecnologia e la regolamentazione. Come singolo Paese vince l’Olanda. Ma la palma dell’innovazione spetta all’Asia con Cina, Singapore e Corea del Sud in testa a tutte le iniziative di sviluppo. Singapore, per esempio, ha già modificato il proprio quadro normativo per permettere la circolazione dei nuovi mezzi e ha lanciato i primi esperimenti con autobus turistici senza conducente e veicoli commerciali autonomi. Lo studio dimostra tuttavia che i conducenti stessi sono molto aperti al cambiamento: il 45% degli intervistati in tutto il mondo ha infatti espresso interesse per il veicolo autonomo.
«Il futuro appartiene all'auto a guida autonoma e l'Asia ha già distaccato i Paesi a più forte tradizione nell'Automotive. A partire dalla Germania, che si sta comunque orientando in questa direzione anche per superare l’impasse del dieselgate» afferma Andrea Marinoni, Senior Partner di Roland Berger. «Mentre l'Italia è ancora piuttosto arretrata: alcuni indicatori tra cui la mobilità condivisa, la densità delle stazioni di ricarica e persino l'indice di curiosità verso la guida autonoma sono ben inferiori rispetto a quelli registrati negli altri Paesi esaminati dal report», prosegue Marinoni. E aggiunge: «È arrivato il momento di rimboccarsi le maniche per non perdere la straordinaria opportunità offertaci dall’avvento dell’auto del futuro. La nostra filiera ha tutte le carte in regola per ritagliarsi un ruolo da protagonista tra i principali player di settore. Ma è necessario un ripensamento profondo di sistema su larga scala».
FOCUS SULL’AUTO ELETTRICA – L’Automotive Disruption Radar firmato da Roland Berger fa il punto anche sull’auto elettrica. E scopre che l’e-mobility interessa (e parecchio) agli automobilisti. Il 35% degli intervistati in tutto il mondo immagina infatti di acquistare un'auto elettrica come prossimo veicolo. E, dunque, più di uno su 3. Anche su questo fronte, l'Asia è in testa con addirittura il 50% dei driver intenzionati ad acquistare un'auto elettrica. Mentre in Europa occidentale tale percentuale si attesta sul 30%. Meno sensibili gli americani con il solo 15% del campione pronto per l’e-car. Ci sono però un paio di punti su cui i consumatori di tutti i Paesi coinvolti dallo studio concordano. Primo: le automobili elettriche sono ancora troppo costose. Secondo: le infrastrutture per la ricarica elettrica sono tuttaltro che capillari.
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