Il Corriere della Sera intervista il Presidente di CNA Autoriparazione. 5000 carrozzerie a rischio chiusura
Riportiamo l‘articolo che il Corriere della Sera dedica alla battaglia dei carrozzieri contro le disposizioni previste dal ddl Concorrenza
Più liberalizzazioni e meno carrozzieri. Potrebbe essere questo lo scenario tracciato dal Ddl sulla concorrenza che dovrà essere approvato dal Parlamento. Il testo di legge proposto dal governo prevede novità sostanziali anche in tema di assicurazioni auto: oltre alla famosa scatola nera, è previsto uno sconto per gli automobilisti che rinunceranno alla cedibilità del credito. Finora infatti, in caso di sinistro, c’era la possibilità di rivolgersi al carrozziere di fiducia che riparava il danno dopo un preventivo effettuato dal perito dell’assicurazione. La nuova norma invece propone uno sconto sulla polizza a chi accetterà la carrozzeria convenzionata con la compagnia assicuratrice. In Italia attualmente ci sono circa 20 mila carrozzerie, la maggior parte delle quali con circa tre dipendenti. La associazioni di categoria hanno calcolato che la nuova norma, qualora fosse approvata nella forma attuale, potrebbe portare alla chiusura di 5 mila carrozzerie con una perdita di migliaia di posti di lavoro. E’ evidente infatti che le compagnie assicuratrici sceglieranno le strutture più grandi puntando a imporre tempi e tariffe. «Ancora una volta non si trova di meglio che attaccare i carrozzieri — afferma Franco Mingozzi, presidente di Cna Autoriparazione — E lo si fa utilizzando come scudo i principi, legittimi, di tutela degli automobilisti e di riduzione delle esorbitanti tariffe assicurative. Affidare completamente il mercato della riparazione alle assicurazioni, che nel nostro Paese rappresentano un oligopolio, è inaccettabile e inconcepibile: contrasta radicalmente con la libertà d’impresa e con la legittima concorrenza. La norma sulle riparazioni degli autoveicoli costringe i carrozzieri ad accollarsi i rischi del lavoro autonomo, diventando, in sostanza, dipendenti, che del lavoro dipendente assumono, però, solo le debolezze e nessun punto di forza».
da Corriere.it
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