iCam3D, progettata da iMoì, acquisisce la realtà punto per punto in pochi minuti. Tempi di rilevamento, di un incidente stradale, ridotti da 90 a 5 minuti. La nuova tecnologia è stata presentata all’evento di Riccione dedicato a Polizia Locale e Sicurezza Urbana
Sono molti gli incidenti stradali che non vengono segnalati alle forze di polizia o in cui l’intervento arriva con troppo ritardo per permettere di effettuare appropriati rilevamenti: per questo, come confermano i dati forniti da Ania – Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici – il numero di sinistri stradali rilevati ogni anno dall’Istat non rispecchia il reale numero di incidenti che avvengono su strade e autostrade italiane. È questa una delle principali evidenze di cui si parlerà oggi a Riccione, durante la sessione Sicurezza Stradale e Nuove Tecnologie, svoltasi all’interno della 39° Edizione delle Giornate della Polizia Locale e Sicurezza Urbana, il convegno che ogni anno fa il punto sul settore e sul ruolo sempre più indispensabile della polizia locale.
Secondo i dati raccolti da Ania nel 2017 e diffusi durante l’edizione dello scorso anno delle Giornate della Polizia Locale, durante la sessione organizzata da IPS (I Professionisti della Sicurezza), sono infatti più di 2 milioni i sinistri rilevati dall’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici, contro i soli 150 mila segnalati dall’Istat.
“I dati forniti da Ania fanno emergere una situazione drammatica a cui devono far fronte le forze di polizia stradale, inondate ogni anno da richieste di intervento che prevedono l’impiego di un lasso di tempo troppo elevato per essere gestite totalmente” spiega Monica Di Sante, criminologa Specializzata in Analisi Criminale e Scienze dell’Investigazione, Presidente di IPS. “I ritardi nella gestione dei rilevamenti di questi sinistri è proprio la causa di questa grande differenza tra i dati: molti incidenti infatti non vengono segnalati o non riescono a essere rilevati dalla forze dell’ordine nei tempi richiesti. E’ qui che entrano in gioco le nuove tecnologie, in grado di fare economia sulle risorse umane, spesso insufficienti, e di migliorare il lavoro stesso degli operatori.”
Per ridurre i tempi necessari ai rilevamenti e contemporaneamente tutelare la sicurezza degli operatori di polizia stradale, iMoì, startup italiana specializzata nel settore della sicurezza urbana predittiva controllata da Innovery – azienda italiana leader nella cybersecurity – ha messo a punto iCam3D, uno strumento innovativo destinato a supportare le forze di polizia durante i rilevamenti stradali, presentato oggi durante il convegno.
ICam3D è un tablet dotato di un software grazie al quale è possibile acquisire in 3D – in pochissimi minuti – la scena di un incidente. Questo sistema garantisce innumerevoli vantaggi, in primis la riduzione dei tempi delle rilevazioni necessarie a chiarire le dinamiche dei sinistri. Se infatti le rilevazioni di incidenti di piccole/medie dimensioni da parte di personale esperto richiede in media 90 minuti, con iCam3D è possibile ottenere il rilevamento in circa 5 minuti.
Inoltre questa nuova tecnologia riduce notevolmente i rischi per gli operatori della sicurezza, a cui capita spesso di subire infortuni in queste situazioni.
Silvio Foschi, Founder e Direttore Operativo di iMoì, ha dichiarato: “Ogni anno le forze dell’ordine si trovano a dover gestire un elevato numero di sinistri stradali, operazioni che richiedono spesso lunghi lassi di tempo. Queste attese provocano disagi sia agli operatori che ai cittadini, che spesso decidono di non segnalare il sinistro alle forze di polizia. Le nuove tecnologie possono andare in soccorso degli agenti, riducendo i tempi di rilevazione e l’esposizione degli operatori ad eventuali pericoli. iCam3D consente di acquisite tridimensionalmente l’incidente, riuscendo a ricavare le coordinate precise nello spazio e recuperando facilmente ulteriori informazioni quali la marca, il modello, il colore, tutte le caratteristiche del veicolo incidentato, compresa l’entità reale dei danni, informazioni che attraverso i classici sistemi di rilevamento richiederebbero un gran dispendio di tempo e possibilità di alterazione di tali informazioni.”
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