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Genova: cronaca della manifestazione dei carrozzieri

Nonostante la giornata piovosa e nonostante il 14 febbraio sia caduto il Governo Letta il 15 febbraio scorso a Genova la partecipazione è stata alta. L’organizzazione parla di oltre mille persone intervenute, probabilmente qualcuna in meno ma comunque una massa critica importante (sicuramente oltre 700).

Ma come è andata la manifestazione dei carrozzieri a Genova lo scorso 15 febbraio? Bisogna dirlo, la mattina, nello spazio antistante la Fiera di Genova, faceva freddo, c’era vento e la pioggia batteva come un martello: una delle situazioni peggiori per ogni organizzatore di una manifestazione di piazza. Ma se alle 8.30 si contavano ancora solo un centinaio di persone, nel giro di mezz’ora la folla era copiosa e alle nove, quando il corteo è partito si contavano a spanne sicuramente oltre 400 persone. Un serpentone che si è ingrandito durante il tragitto (che ha toccato tutti punti nevralgici di Genova) fino all’arrivo al teatro Politeama, dove un altro centinaio di persone già aspettavano l’inizio dell’assemblea.

Ma prima di entrare nel merito di ciò che è stato detto bisogna sottolineare come la partecipazione non abbia riguardato solo la città ligure o la stessa regione. Molte le delegazioni provenienti da tutta Italia, dal Lazio alla Toscana, passando per l’Emilia Romagna, la Lombardia e via via tutta le regioni del nord Italia (ci scuseranno tutte le sigle intervenute ma è stato difficile tenere il conto di tutti).

Ma il cuore dell’evento è stato sicuramente l’assemblea tenutasi al Politeama.

Ad aprire il lavori è stato Ivano Vernazzano dell’Associazione Carrozzieri Genova, che oltre a presentare la giornata ha anche sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione, perché se è vero che l’articolo 8 è stato stralciato, è anche vero che è stato subito presentato un Disegno di Legge a tempo di record, segno che una parte della politica spinge ancora in una direzione sola. Si tratta quindi di fare “massa critica”, coinvolgendo quanti più soggetti possibile.

A raccogliere la palla al balzo è Fulvio Truzzi, di Assoutenti, unica associazione di consumatori che già dall’11 gennaio, durante la mobilitazione di Bologna, a sostenere la battaglia contro l’articolo 8.
“Carrozzieri e utenti uniti” afferma Truzzi, che annuncia anche l’adesione di altre tre sigle di consumatori (tra cui anche l’Unione Nazionale Consumatori, la più antica associazione di consumatori italiana).

Sempre in tema di coinvolgimento ha parlato anche Davide Santovito, del Sismla cioè l’associazione dei medici legali. “Oggi i medici, come i carrozzieri, devono contrastare la tendenza delle assicurazioni ad avere un mondo di dipendenti” chiosa Santovito, ma il problema è che i medici legali, in quanto “medici”, sono “l’unica realtà professionale che effettua un giuramento, cioè quello di servire il paziente e non gli interessi di qualcuno”.

Tutto incentrato sulla parte legale, l’intervento dell’avvocato Perrini dell’OUA, che ha spiegato cosa è stato e cosa rappresentava il decreto Destinazione Italia e quali sono le differenze rispetto a un disegno di legge.

A questo punto la scaletta è saltata, perché contro ogni previsione è riuscito a partecipare l’Onorevole Marco Di Stefano, venuto appositamente dalla capitale per portare la sua testimonianza sulla battaglia dell’articolo 8. Di Stefano, infatti, si era impegnato in prima persona a Bologna a cercare di fermare la parte del decreto che riguardava il comparto assicurativo, prima presentando una serie di emendamenti correttivi, poi, nella bagarre tutta interna al PD a riuscire ad ottenere lo stralcio. “Noi siamo un Partito Democratico, lo dice anche il nome – ha affermato Di Stefano – per questo abbiamo avuto un confronto, sicuramente acceso ma corretto, tanto che alla fine abbiamo ottenuto lo stralcio”.
Sulla stessa linea anche l’On. Luca Pastorino ha sostanzialmente ribadito l’importanza di contrastare quello che, di fatto, è un oligopolio dell’RcAuto, in cui pochi operatori concentrano una grande fetta del totale delle polizze vendute sul mercato.

Che la politica sia interessata alle sorti delle carrozzerie lo dimostra anche la partecipazione telefonica dell’On. Russo. Nonostante fosse malato a letto, “probabilmente a causa di dei virus inviati dalle assicurazioni”, scherza l’onorevole, Russo ha voluto comunque essere in qualche modo presente. Nel suo intervento ha espresso la soddisfazione per il superamento dell’articolo 8 e ha segnalato come nessuno possa prendersi un merito che non ha, essendo stato lo stralcio deciso “grazie a una coalizione trasversale che va dal PD al Movimento5stelle fino a PDL” di cui l’onorevole fa parte.

E il Movimento5stelle non si lascia cogliere impreparato, tanto che Daniele Pesco parla di una importante vittoria per la categoria e racconta qualche retroscena della decisione dello stralcio, senza dimenticare di sottolineare come il Partito Democratico si sia effettivamente spaccato in due sulla decisione, oltre che essere il padre della riforma presentata che nasce dalle ceneri della mozione Gutgeld (consigliere economico di Renzi).

Allarme cessato dunque? Non proprio, e tocca a Stefano Mannacio, vero mattatore del palco, segnalare come i pericoli non siano passati. Le assicurazioni esercitano un potere importante e la difficoltà è quella di contrastare le loro azioni, almeno finora. Tra filosofia e ragione, Mannacio ha tracciato un quadro chiaro e cioè che si rischia se non si diventa artefici del proprio destino, per questo ora bisogna non sprecare le energie che si sono coalizzate attorno alla Carta di Bologna.

È toccato a Pietro Senesi di Federcarrozzieri raccontare l’importanza della battaglia dei carrozzieri, mentre Davide Galli ha affondato sulla necessità di coesione dei carrozzieri onesti, ma anche sulla necessità di fare autocritica: per essere credibili bisogna essere in regola e, secondo un’indagine dell’associazione di carrozzieri effettuata su bologna, oggi sono ancora troppe le carrozzerie a non essere in regola con lo smaltimento rifiuti, le norme antincendio e tutti i balzelli burocratici che pesano sulle aziende. Certo un peso che frena gli investimenti ma anche una necessità per non essere tacciati di essere “i soliti” carrozzieri.
A rincarare la dose ci ha pensato Giampaolo Bizzarri, che ha ricordato lo studio effettuato dai consorzi toscani in merito agli obblighi e i rischi, civili e penali di chi non rispetta tali norme.

A questo punto il tavolo è stato cambiato e parlare è stato, in primo luogo Antonio Ferrarin, dell’Ascom Genova, che ha confermato l’impegno a fianco delle carrozzerie, mentre Anna Gandolfi, di In.Rete.Car, consorzio nazionale di carrozzerie, ha ricordato come in Francia sia passata una legge tutta a favore della libertà di scelta per l’automobilista dell’autoriparatore. Un argomento su cui è inciampato Salvetti di AdiConsum, che ha sottolineato come le aziende di carrozzeria italiane devono fare la loro parte, citando il caso del mercato Inglese, a dire il vero un esempio negativo di evoluzione del mercato, dove le assicurazioni hanno di fatto monopolizzato, a suon di acquisti, il settore della riparazione. Salvetti ha abbandonato il tavolo in polemica con l’organizzazione e con la platea che protestava. Stessa sorte toccata Mario Rabai di Casartigiani, copevole, secondo la platea di aver politicizzato il suo intervento.
Anche i Periti hanno espresso la propria solidarietà ai carrozzieri, pur muovendosi in autonomia.

A conclusione dell’evento foto di gruppo con tutte le associazioni partecipanti e firma congiunta della carta di Bologna. In ogni caso, dichiara Vernazzano, un grande evento, “in prosecuzione con Bologna e primo di una lunga serie di attività preiste per il prossimo futuro”.

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