Accontonato l'art.8, Federcarrozzieri invita a rimanere "vigili e uniti" e rilancia la manifestazione nazionale di Genova, il 15 febbraio, che sarà il momento di confronto e di proposta da cui ripartire
All’indomani dello stralcio dell‘articolo 8, Federcarrozzieri lancia l’appello a rimanere “vigili e uniti”, rinnovando l’appuntmento del 15 febbraio a Genova per la manifestazione nazionale dei carrozzieri. Una manifestazione “propositiva”, visto che Federcarrozzieri resta dell’idea che sia necessario aprire un tavolo di discussione con i rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni, per trovare una risposta a quegli interrogativi rimasti ancora in sospeso, con l’obiettivo di far valere i 12 punti contenuti nella Carta di Bologna, promossa da numerose associazioni operanti nel settore, e volta a garantire più diritti e più concorrenza. “Restiamo dell’idea che occorre mettere fine una volta per tutte alle maldicenze che gravano sulla categoria e che, in ultima analisi, creano il terreno ideale per le continue incursioni delle Compagnie”, spiega Federcarrozzieri.
Federcarrozzieri esprime comunque soddisfazione per lo stralcio dell’art.8:
“Dopo numerosi tentativi di dissuasione, attività di protesta e convegni nei quali veniva denunciata l’inammissibilità di tale articolo da parte delle associazioni di tutela delle vittime della strada, di quelle dei consumatori e delle imprese artigiane del settore, finalmente la Commissione Finanze ha deciso di stralciare l’intero documento. A questo risultato si è pervenuti per merito del gruppo di lavoro di Federcarrozzieri, per i fax che i colleghi hanno inviato senza tregua per giorni e per merito di alcuni irriducibili deputati che hanno appoggiato le nostre ragioni”.
“Alla fine ha prevalso la nostra linea. Ma occorre anche dire che l’esito non era affatto scontato, soprattutto per tutto quel tempo che ci hanno fatto perdere alcuni funzionari confederali per correggere i loro errori. Ci sono poltrone e poltroncine che devono saltare; e subito. Il muro di Berlino è crollato e non lo sanno”.
“La maggior parte dei colleghi tornerà nel proprio guscio, come è già successo in passato. Ma una parte ormai numericamente significativa ha ben compreso che occorre sfruttare questo momento di unione per fare valere i nostri diritti una volta per tutte”.
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