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Secondo ANIASA si tratta di una scelta immotivata, che penalizza la mobilità delle aziende italiane, l’industria automotive e porterà minori entrate per l’Erario.
“Una scelta immotivata che finisce per danneggiare la mobilità delle nostre imprese (già penalizzate dal punto di vista fiscale rispetto ai competitor europei), l’industria automotive per la conseguente riduzione di nuove immatricolazioni, il rinnovo del parco circolante e l’Erario (che incasserà oltre 125 milioni in meno solo per quest’anno)”.
È questo il commento di ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, alla scelta della Commissione Affari Costituzionali del Senato di respingere e far ritirare gli emendamenti che intendevano rivedere l’impatto della stretta sulle auto aziendali in fringe benefit prevista nell’ultima Legge di Bilancio.
Un pesante passo indietro
L’Associazione segnala come sia stato, in particolare, immotivatamente respinto anche l’emendamento che prevedeva di fatto una “salvaguardia” per le vetture immatricolate prima del 1° gennaio 2025, oltre a quello che proponeva un saggio slittamento della norma al prossimo luglio. C’è infatti il rischio che la precedente regolamentazione, sostituita da quella entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno, non sia più applicabile alle auto assegnate e immatricolate fino al 31 dicembre 2024. Ciò in quanto si è intervenuti sul Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) senza prevedere una specifica clausola di salvaguardia del pregresso. In concreto, le vetture consegnate fino al 31 dicembre 2024 non potrebbero più beneficiare nel 2025 della determinazione forfettaria del valore del fringe benefit basata sulle tabelle Aci. Un passo indietro al regime analitico del 1997!
Rischio di un aumento tassazione
Ciò comporterebbe, in molti casi, un significativo aumento degli imponibili fiscali e, di conseguenza, della tassazione per questi soggetti, nonostante si tratti degli stessi veicoli già concessi in uso dall’azienda.
Il Governo non può non raccordare la normativa in materia, mantenendo quindi invariata la disciplina fiscale per le assegnazioni effettuate prima del 1° gennaio 2025, come si desume indirettamente dalla relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2025. Serve, subito, una conferma esplicita da parte del legislatore, evitando quelle incertezze che porterebbero al ritorno al vetusto ed oscuro sistema del rimborso chilometrico.
Con l’entrata in vigore della norma, prendendo in considerazione i veicoli aziendali più noleggiati, ANIASA stima un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto in media di 1.600 € (+67%), con conseguente significativa maggiore tassazione in busta paga per il dipendente. A essere più penalizzati saranno soprattutto i dipendenti della classe media che di norma sono i principali utilizzatori delle vetture diesel o benzina.
Auspicio di una revisione normativa
“Confidiamo in un rapido intervento del Governo che possa rivedere una norma che nel 2025 comporterà un’ulteriore e significativa contrazione delle immatricolazioni di autovetture a uso noleggio a lungo termine e di acquisti da parte di società, con stimabili minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali pari a 125 milioni di euro nel 2025.
Gran parte delle aziende già in questo primo scorcio dell’anno segnalano come le società clienti stiano privilegiando la scelta di prolungare i contratti in essere anziché rinnovarli, per provare a sfuggire ai notevoli aumenti previsti dalla nuova norma”, ha commentato Alberto Viano – Presidente ANIASA, che ha concluso: “Tutto questo in evidente assenza di considerazione da parte del Governo per le buste paga di 1 milione di contribuenti (che subiranno una contrazione), per la transizione ecologica del nostro parco circolante (minori nuove auto in circolazione) e per l’industria automotive, già in forte sofferenza. Serve oggi più che mai un coordinato intervento legislativo sulla fiscalità dell’auto aziendale, da anni sollecitato invano all’attenzione del MEF”.
a cura di Luca Bertollo
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