Il Consorzio Autoriparatori Uniti, che conta attualmente 33 carrozzerie, ha una peculiarità: non fa la guerra alle Assicurazioni e vuole dialogare su alcune proposte
Il Consorzio Autoriparatori Uniti è una realtà composta oggi da 33 carrozzerie che operano su un territorio che va da Milano nord a Monza Brianza. Un network con tanti progetti e una peculiarità: non sono ostili alle assicurazioni, anzi, cercano di proporre una “nuova via” nel rapporto carrozzieri-compagnie. A capitanare il gruppo è Pietro Crotta, imprenditore e carrozziere, che è riuscito a “metter insieme” i colleghi più affiatati.
Tutto parte da una serie di incontri e cene con i carrozzieri della zona, che culmina con un meeting a cui partecipano 80 carrozzerie e in cui comincia a delinearsi l'idea di un consorzio “diverso” dagli altri. “Abbiamo deciso di identificare in questo gruppo di persone un numero ristretto di individui, i più attivi, per creare i soci fondatori – spiega Crotta – persone che potessero portare valore, consigli e critiche, quello che serve per dare vita a una cosa con un futuro. Così è stato, abbiamo identificato i nove soci fondatori e abbiamo dato vita al Consorzio Autoriparatori Uniti. Per arrivare a questo traguardo abbiamo investito un po’ di denaro per pagare avvocati, commercialisti e notai, ma soprattutto tanto tempo: 8 mesi di incontri, riunioni e burocrazia”.
Il consorzio ha preso vita nel 2015, con l'obiettivo di creare un progetto di collaborazione per tutelare il futuro dei carrozzieri e dare gli strumenti per restare sul mercato nei prossimi anni. Il Consorzio si è posto fin da subito come una valida alternativa ad altri network che si stanno diffondendo sul territorio, come Car Glass o Car Clinic, creando anche una flotta di auto sostitutive per integrare quelle delle singole carrozzerie.
Al centro dell'attezione ci sono poi le Compagnie Assicurative . “Il consorzio può essere utile per smistare il lavoro anche sfruttando tutte le varie convenzioni degli associati”, spiega Crotta, “se io sono convenzionato con un’assicurazione e un mio collega con un’altra, se mi arriva il cliente con la compagnia del collega, io glielo giro. Il cliente resta nel consorzio e manteniamo il reddito sul nostro territorio. L’idea è di essere un network molto omogeneo nella qualità del lavoro e nei servizi offerti”.
Vera e propria peculiarità del Consorzio è il rapporto di “non belligeranza” con le Assicurazioni. “Il nostro consorzio è probabilmente l’unico che non fa la guerra alle compagnie”, afferma Crotta, “nel nostro consorzio ci sono carrozzerie fiduciarie, carrozzerie che non hanno accordi, imprese piccole e grandi. Sempre ferma la libertà dei singoli, il consorzio non ha nessuna forma di ostilità verso Compagnie e flotte di noleggio”. E con le Compagnie il Consorzio vorrebbe fare un passo in avanti, discutendo su proposte concrete per avere entrambi – compagnie e carrozzieri – dei vantaggi. “Oggi le assicurazioni spingono sulla riduzione del costo della manodopera e sulla gestione del ricambio. La nostra idea è un po’ diversa. Puntiamo a tornare a fare i carrozzieri veri e non dei semplici monta e smonta dei pezzi. Spesso nel ripristino di un’auto si cambiano componenti che invece potrebbero essere recuperate. La nostra idea è che se cresciamo nella professionalità e nella capacità di riparare si possa limitare la sostituzione dei pezzi e lavorare di più sulla riparazione. Così aumenta leggermente la spesa per la manodopera, ma diminuisce il volume dei ricambi movimentato. E meno ricambi si usano minori sono i tempi di fermo vettura. Se l’auto esce prima dalla carrozzeria il cliente è contento e si risparmia anche sull’auto sostitutiva”.
Ci sono poi i corsi di formazione, organizzati gratis per chi fa parte del consozio. Due i corsi svolti nel primo anno: uno di gestione sinistri e l'altro di comunicazione/accettazione. I carrozzieri che aderiscono al consorzio non hanno vincoli di acquisti e possono acquistare dove vogliono, ma il consorzio ha molti accordi per avere una “scontistica” e dei premi a fine anno. Il Consorzio cerca inoltre, se possibile, di acquistare da fornitori del territorio.
Per entratre nel consorzio non ci sono regole su dimensioni o caratteristiche della carrozzeria. “Per entrare nella nostra famiglia, bisogna essere imprenditori curiosi, con una forte progettualità e avere rispetto dell’etica e del cliente”, sottolinea Crotta, “la quota di iscrizione è bassa, davvero poca cosa e serve per le spese di gestione del consorzio. Ci tengo a precisare che l’unico che percepisce soldi è il commercialista”.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere