In Italia ci sono tante belle storie di imprenditoria; le più affascinanti e “storiche” si annidano nascoste (purtroppo) nelle PMI, quelle che gli economisti chiamano piccole e medie imprese che in realtà sono la spina dorsale della nostra economia. Ne abbiamo trovato conferma i giorni scorsi incontrando Andrea Rizzato, che con la sua famiglia gestisce il Colorificio Vian che ha oltre 50 anni di presenza sul mercato. Tutta la storia dell’Impresa con la “I” maiuscola fondata tra difficoltà e problemi e che per tenacia, capacità e volontà oggi è una bella realtà veneta che dà lavoro e aiuta i carrozzieri nella loro professione.
Andrea, come è nata la vostra attività?
«Dobbiamo riavvolgere la macchina del tempo. Il colorificio è nato sulla scia del lavoro di mio nonno. Sulla scia perché purtroppo lui lo ha solo iniziato e poi sono stati la moglie e i figli a continuarlo. Nonno nasce operaio in una carrozzeria dove usano i prodotti R-M che all’epoca stava lanciando una grande innovazione, il tintometro. Mio nonno, visto il potenziale, ha capito che c’erano grandi possibilità in quella cosa e ha deciso di lasciare la carrozzeria e di vendere vernice. All’inizio porta a porta recapitando i prodotti miscelati poi con una piccola sede sotto casa, più una rimessa che un negozio con il marchio R-M che da sempre è legato alla nostra famiglia. Purtroppo, nonno è scomparso e i tre figli Fernando (mio papà), Stefano e Luciano hanno portato avanti l’attività con nonna, non senza difficoltà perché all’epoca erano ancora minorenni, ed è nato il Colorificio Vian (Vian è il cognome di nonna). All’inizio vendevamo prodotti di terzi anche con il nostro marchio e poi ci siamo legati al marchio R-M».
Queste le vostre origini e oggi?
«Oggi in azienda io mi occupo da 10 anni della direzione commerciale ma ci sono ancora i tre fratelli: mio padre si occupa dell’amministrazione, mio zio Luciano dell’area software per il nostro gestionale che sviluppiamo e aggiorniamo costantemente, poi zio Stefano che si occupa della logistica. Dopo ci sono le cugine. Siamo e restiamo una realtà familiare ma siamo ben strutturati. Siamo sempre distributori R-M e con i nostri uomini sul territorio, tra cui due tecnici che sono importantissimi per il servizio, copriamo il territorio e le province di Venezia, Padova e parte di Treviso. Abbiamo un portafoglio di oltre 200 clienti. Oltre alle vernici forniamo complementari come abrasivi, mascheratura, preparazione e piccoli attrezzi. Abbiamo un colorimetrista interno e dal 2023 operiamo anche nel settore del legno dopo avere acquisito un colorificio. Come ho citato abbiamo anche un gestionale nostro costruito appositamente per il mondo carrozzeria».
Perché avete deciso di inserire MIPA nella vostra offerta?
«Facciamo una premessa importante. Con R-M lavoriamo bene e i nostri clienti sono molto soddisfatti. Tuttavia negli ultimi anni abbiamo capito che dobbiamo allargare la nostra operatività e per il 2024 ci eravamo dati l’obiettivo di selezionare un marchio per costruire un mercato parallelo nel nostro territorio. Abbiamo analizzato il mercato e poi abbiamo individuato MIPA. Così abbiamo preso contatto e svolto dei test. Noi abbiamo il centro tecnico interno e questo ci ha dato la possibilità di provare il prodotto e addirittura stressarlo. Appurata la qualità abbiamo deciso di inserirlo nella nostra offerta. Questo ci permetterà di attaccare nuove fasce di mercato che al momento non presidiamo. Come ad esempio in quelle carrozzerie che non hanno accordi e MIPA può essere una scelta strategica per il rapporto qualità/prezzo. Poi tra gli altri marchi che commercializziamo facciamo un ottimo lavoro con Mirka, Gelson, Sistar, Cartec/Carismatic e Q1 Tapes».
Come vi muoverete per fare conoscere il prodotto?
«In maniera molto tradizionale: portandolo in carrozzeria per farlo provare. Stiamo allestendo un furgone che useremo nei prossimi mesi per questo scopo. Poi ci sono i nostri due tecnici che sono preparati per fare conoscere il prodotto e il centro tecnico inaugurato tre anni fa per le prove più importanti. Lo facciamo provare, cosa c’è di più realistico?».
Come vedete il futuro della carrozzeria e della distribuzione?
«Per quanto riguarda le carrozzerie si va verso un modello a due estremi: grandi centri multiservice che lavorano con accordi e convenzioni e carrozzerie di medie e piccole dimensioni che puntano al mercato indipendente. Per entrambe serve il partner giusto. Noi pensiamo di poterlo essere oggi e nel futuro. Sappiamo stare al fianco del carrozziere e lo facciamo con il servizio che fa la differenza. Ci siamo organizzati e strutturati per essere dei partner e non dei fornitori. Il mercato ci sta riconoscendo questo sforzo e in futuro tutto questo farà ancora di più la differenza…».
a cura di Renato Dainotto - Foto Photo-R
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