Trovare in sede Stefano Favaron è un’impresa. Riuscire a bloccarlo per le due ore di intervista è impegnativo tanto quanto infilarsi nell’agenda di un ministro. Forse perché “se la tira”?. No, per niente, semplicemente perché “batte il territorio” come si faceva una volta e probabilmente questa sua iperpresenza sul mercato è un altro ingrediente importante del suo successo. Perché Colorificio Dante non solo è una solida realtà in Lombardia ma è anche molto apprezzato dai suoi clienti. E questo vale più del fatturato in questi tempi, dove molti lavorano spersonalizzando e puntando solo sulla percentuale di sconto. Per Dante invece il lavoro è una cosa seria, deve essere sostenibile, ma soprattutto ci deve essere rispetto reciproco e fidelizzazione.
Stefano, come è nata la tua attività?
«La nostra storia parte con mio padre Edgardo che oltre 50 anni fa ha saputo guardare lontano. Da agente di Max Mayer e IVI (all’epoca non era PPG) ha investito in una piccola rivendita a Como in Via Dante. Con un socio aveva avuto questa intuizione, che ha dato subito buoni risultati e nel tempo ha continuato a investire liquidando il socio e prendendo saldamente il controllo dell’attività. Poi con il passare degli anni siamo entrati io e i miei fratelli maggiori che progressivamente sono usciti per godersi la pensione e ora ci sono io che lavoro con mio figlio Nicola, la terza generazione del Colorificio Dante».
Sei uno storico rivenditore del Gruppo PPG, ma non solo…
«Sì, con PPG il rapporto è nato oltre 50 anni fa e prosegue con grande soddisfazione. Però noi rivenditori dobbiamo stare sul mercato offrendo tutto quello che il mercato chiede. Circa 10 anni fa ero alla ricerca di un altro marchio di vernici che fosse di qualità ma anche con un grado elevato di competitività. Durante una vista al Salone di Francoforte ho visto MIPA e ho intuito che era il marchio giusto, che era quello che cercavo e ho preso contatti. Ho conosciuto quello che allora era l’importatore italiano Martin Gschnell e abbiamo iniziato a collaborare. Ci ho investito e i risultati sono arrivati. Oggi sono uno dei rivenditori più importanti in Italia e distribuisco anche MP, il marchio dedicato ai complementari che dà molti vantaggi al carrozziere ma anche al rivenditore, perché permette di proporre qualcosa di diverso e che non hanno tutti… Oggi sono davvero molto soddisfatto di questo rapporto e apprezzo gli sforzi di MIPA di crescere e di proporre prodotti nuovi moderni e che anticipano i desideri e le necessità dei miei clienti. Con MIPA copro le aree di Como, Lecco, Monza-Brianza e Sondrio. In tempi più recenti ho anche inserito i marchi Sikkens e Dynacoat per una logica di omologazioni su alcuni marchi automobilistici. Ho infatti molti clienti che lavorano con le concessionarie e appunto devo coprire le varie omologazioni».
Per te quanto è importante il servizio?
«Siamo ai fondamentali, senza servizio non fai niente, non puoi fidelizzare i clienti e non puoi conquistarne di nuovi. Per questo presto molta attenzione al reparto tecnico dove ci sono i miei uomini pronti a dare supporto alle carrozzerie sia nella soluzione dei problemi sia nell’avviamento dei nuovi prodotti. Poi le consegne, che devono essere tempestive; infatti riesco a fare due consegne al giorno sui 5 giorni lavorativi. Tutto molto apprezzato».
Cosa chiedono oggi i carrozzieri?
«Bella domanda, ce la facciamo sempre anche noi. E così siamo diventati bravi e offriamo noi quello che serve alla carrozzeria, anticipando la domanda. Con il caro energia ad esempio siamo stati propositivi sui prodotti per aiutarli a ridurre i costi. Oggi c’è bisogno di semplificare il lavoro e accelerare sui tempi causa mancanza di personale e stiamo lavorando anche su questo fronte. Il nostro lavoro è proporre soluzioni…».
a cura di Renato Dainotto - Foto Photo-R
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