Alla seconda tavola rotonda: “Ambiente, formazione e processi” hanno partecipato Alessandro Payra, Direttore Generale Procar, Francesco Cucca, Sales Manager Performance Coatings Lechler, l’avvocato Giulia Talamazzi, Associata allo studio legale Conte&Giacomini, Andrea Donegà, Direttore ENAIP Lecco, Monticello Brianza e Morbegno e Pietro Teofilatto, Direttore area fisco ed economia di Aniasa (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital).
FRANCESCO CUCCA
Si potrebbe pensare che l’ambiente con la carrozzeria debba andare poco d’accordo. Le aziende chimiche che collaborano con la carrozzeria invece stanno lavorando molto per ridurre la distanza che separa fra loro ambiente, chimica e carrozzeria. Dainotto ha coinvolto subito sul punto Francesco Cucca che, lavorando per un’azienda produttrice di vernici (Lechler), ha segnalato che la chimica aiuta il prodotto finito ad offrire soluzioni all’avanguardia dal punto di vista tecnologico; inoltre produttività ed efficienza per gli operatori che da ultimo le applicano nei processi di riparazione. Per quanto riguarda l’ambiente i produttori di vernici devono rispettare norme precise, anche non recenti. Ma bisogna fare un passo ulteriore. Nel consumatore finale, l’automobilista, colui che acquista servizi di autoriparazione, predomina senz’altro l’idea che autoriparazione e vernici non siano amiche dell’ambiente, contribuendo all’inquinamento. Per superare questa idea bisogna creare quella che Cucca definisce “identità sostenibile”: insegnare processi di riparazione ecocompatibili agli operatori di settore e, attraverso l’adozione di comportamenti virtuosi in tutti i processi non solo produttivi all’interno di un’azienda, trasmettere questo concetto di sostenibilità al consumatore. Alla trasparenza nella comunicazione e rapidità di esecuzione, primi criteri chiave di preferenza da parte del consumatore verso un’azienda di autoriparazione, Cucca ha auspicato che si possa aggiungere la maggiore identità ecosostenibile. La prospettiva di rivolgersi a fornitori ecosostenibili probabilmente si concretizzerà prima per i grandi player come Compagnie assicurative e società di noleggio. Una consapevolezza possibile anche per il consumatore comune, il singolo automobilista, una volta compresa l’importanza dei benefici per l’ambiente e per tutta la filiera produttiva derivanti da un approccio sostenibile.
ALESSANDRO PAYRA
Alessandro Payra è intervenuto su come Procar si stia muovendo nel supporto agli autoriparatori riguardo ad alcuni fattori determinanti: gestione di ricambi efficiente, ampia offerta di soluzioni, precisione nelle spedizioni e attenzione all’ambiente. L’azienda si sta muovendo rapidamente in questa direzione. Il 99% dei clienti Procar sono flotte e il fermo tecnico in questo settore è di norma basso. Procar è cambiata molto negli ultimi due anni: ha modificato le procedure di distribuzione, ha fatto investimenti importanti nella digitalizzazione per aumentare la competitività e nella formazione del proprio personale per arrivare alla maggiore precisione possibile nell’identificazione dei ricambi, servizio in precedenza affidato ai partner esterni. L’authority interna consente di comunicare direttamente ai clienti i dati “spacchettati” dell’ordine: il ricambio aftermarket di qualità o il prodotto OE a seconda del contratto con ampia prevalenza del prodotto aftermarket equivalente all’originale. Gli 11 magazzini distribuiti su tutto il territorio nazionale garantiscono distribuzione capillare, velocità di spedizione e sostenibilità ambientale, in assenza di lunghi tragitti su gomma. .
PIETRO TEOFILATTO
Dainotto ha poi coinvolto Pietro Teofilatto sul tema del rapporto fra noleggio e ambiente: le flotte sono sempre più “green”, con paletti precisi definiti nell’ultima legge di bilancio. Teofilatto ha esordito con una dichiarazione esplicita indirizzata alla platea: le imprese di autonoleggio esistono grazie agli autoriparatori e alle aziende che vi ruotano attorno; una relazione fondamentale. Il settore gestisce oggi 1.400.000 tra auto e veicoli commerciali: tutti mezzi Euro 6 che rappresentano il 48% dell’ibrido e il 32% dell’elettrico immatricolato in Italia. Inoltre immette ogni anno 300.000 veicoli più sicuri e di minore impatto ambientale nel mercato dell’usato. Su circa 19 milioni di mezzi Euro 6, oggi 4.800.000 unità vengono dal noleggio. Il dirigente di Aniasa è stato molto critico riguardo alla legge di bilancio 2025, sottolineando due punti importanti. Primo: la mancanza degli ecoincentivi per la sostanziale scomparsa dell’“ecobonus”, dato che per l’anno prossimo la stima lo prevede inferiore ai 200 mln di euro, una goccia rispetto ai numeri del parco circolante; secondo: l’aumento del “fringe benefit” sulle auto aziendali uso promiscuo: oltre a una breve descrizione “tecnica” della tassazione prevista dalla nuova finanziaria in materia, Teofilatto ha segnalato molto concretamente che per l’utilizzo di una Panda il tutto comporterà un costo di 700 euro in più l’anno. Un poco comprensibile giro di vite che causerà una riduzione delle immatricolazioni da parte dei noleggiatori a lungo termine di circa il 15-20% (- 50/60.000 unità). In questo quadro negativo per il comparto Teofilatto ha segnalato, in relazione alla riforma fiscale 2025, la nota positiva rappresentata dal riequilibrio della deducibilità dei costi inerenti l’utilizzo dell’auto (proprietà, leasing e noleggio). L’auspicio di Aniasa è che si possa procedere ad una revisione della misura del fringe benefit (che colpisce l’85% dei veicoli delle flotte di noleggio) e ad un aumento del fondo per l’automotive.
ANDREA DONEGÀ
Andrea Donegà è stato subito dopo coinvolto da Renato Dainotto per rispondere alla domanda delle domande del momento attuale che vivono le carrozzerie: com’è possibile che non si trovino giovani da avviare al lavoro in questo settore? Il direttore ENAIP Lecco, Monticello Brianza e Morbegno è partito da una considerazione generale: oggi il lavoro balza agli onori delle cronache quasi solamente in caso di incidenti o di lavoro nero e sconta il vizio antico di essere sbandierato come spauracchio per lo studente svogliato. Un altro pregiudizio diffuso riguarda le scuole come gli istituti tecnici e i centri di formazione professionale, come ENAIP, considerati una scelta di ripiego. Sono invece realtà dove si studia in modo diverso e s’impara “facendo”, con molte ore di pratica e laboratorio che aiutano i ragazzi a coltivare e scoprire i propri talenti. C’è inoltre da considerare la questione demografica, con una natalità sempre più in diminuzione e le nuove priorità dei giovani rispetto al lavoro, soprattutto dopo la pandemia.
Oltre al salario sono tenuti in grande considerazione dai ragazzi il tempo libero e la qualità della vita: le aziende hanno difficoltà ad essere attrattive, a trovare e trattenere i giovani, anche se l’innovazione tecnologica (pure in carrozzeria..) suscita in loro certamente interesse.
«Il concetto di lavoro necessita di una nuova narrazione “positiva” – ha continuato Donegà – specie in relazione agli enormi mutamenti portati dalla tecnologia: le stesse carrozzerie stanno vivendo la trasformazione in termini di organizzazione e di ambiente di lavoro. ENAIP si sta impegnando a fare conoscere a giovani e famiglie che l’attività lavorativa nel mondo dell’autoriparazione sta cambiando profondamente e non è più solo sinonimo di lavoro duro e insalubre».
GIULIA TALAMAZZI
L’avvocato Giulia Talamazzi è quindi intervenuta sul tema degli aspetti legali dell’arrivo dell’IA nel mondo delle carrozzerie e più in generale nell’automotive. Il 1° agosto 2024 è entrato in vigore il regolamento europeo sull’IA rivolto a tutti i soggetti privati e pubblici, fornitori, produttori, importatori e utilizzatori che interagiscono con sistemi di intelligenza artificiale. L’art. 3 del regolamento definisce un sistema di IA quel “sistema automatizzato, progettato per funzionare con livelli di autonomia variabili e che deduce dall’input che riceve come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici e virtuali”. In sede europea l’approccio alla formulazione del regolamento è stato improntato al concetto di prevenzione (come avvenuto con il regolamento sulla privacy); i sistemi di IA sono stati suddivisi in 4 livelli di rischio: minimo, moderato, alto e inaccettabile, con aumento corrispondente di responsabilità e obblighi.
Con riferimento al settore automotive gli obblighi di rilievo immediato riguardano dapprima il “censimento”, cioè una valutazione del proprio macchinario in rapporto all’IA e al livello di rischio a cui va assegnato per poi ottemperare agli obblighi che ne derivano. Un secondo obbligo è la verifica operativa sulla macchina: verifiche di conformità al momento dell’acquisto e durante l’operatività dei sistemi di IA per verificarne il corretto funzionamento e in caso di necessità arrestarli in modo forzato. Altra importante verifica è quella relativa al risultato dell’azione di un sistema di IA: ad esempio, una macchina che effettua la scansione di un veicolo incidentato andrà sempre controllata da parte dell’operatore che dovrà verificare, prima che il mezzo possa tornare in strada, la completa corrispondenza fra i risultati della scansione e la sua controverifica fattuale, pena la responsabilità del carrozziere in caso di nuovo sinistro del veicolo medesimo.
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