Meccanica

Cambiare un motore: ecco come si fa

Sostituire il motore è un’operazione complessa ma alla portata di un autoriparatore esperto e preciso e con la rivalutazione del mercato delle auto usate oggi è un servizio che viene richiesto con più frequenza anche su auto con un po’ di anni sulle spalle. Spesso con una carrozzeria e un telaio in ordine la sostituzione del motore risulta più alla portata del cliente rispetto all’acquisto di una vettura nuova e ora con la transizione energetica che rende più difficile anche la scelta stessa di una vettura nuova… tenersi la propria può essere un buon affare. Abbiamo affiancato il motorista di Autocenter Arese in una operazione di cambio motore per vedere tutti i passaggi. Con Cristian Pagani, motorista, e Marco Corbetta, capofficina, immergiamoci in questa lavorazione che richiede circa 2 giornate piene.

IL MOTORE “ESCE” DAL BASSO

Nelle auto moderne, in fabbrica, il gruppo motore e cambio viene montato dal basso verso l’alto, da sotto, e poi si blocca tutto con i supporti e la culla che sorregge le sospensioni anteriori. Un tempo si faceva l’operazione opposta: si calava il motore dall’alto appoggiandolo sul telaio con i supporti motore. La sostituzione del motore, quindi, avviene liberando il motore stesso (resta appoggiato a un banco) e sollevando la carrozzeria. Cristian Pagani ci ha guidato passo passo nelle fasi preparatorie. Bisogna smontare tutto quello che si trova collegato o appoggiato al motore. Nella vettura di questo servizio con motore in posizione trasversale e trazione anteriore si inizia con l’eliminare l’alimentazione: condotti, scatola filtro aria, airbox (collettori aspirazione a lunghezza variabile), iniettori. Poi si passa alla parte accensione: bobine, batterie, cavi e il polipo, ovvero tutta la rete elettrica del motore. Poi si scollegano i collettori di scarico dalla testa del motore. A questo punto si solleva l’auto e si lavora da sotto.

VIA LA CULLA, IL MOTORE “BALLA”

Il motore è saldamente vincolato alla scocca tramite i supporti motore (con cuscinetti per smorzare le vibrazioni) e la culla del motore che è fissata alla scocca. Qui il lavoro si fa pesante: bisogna scollegare le testine dello sterzo, allentare la scatola guida (scaricare tutto l’olio), sfilare i semiassi, i cavi del cambio, dopo avere allentato le sospensioni per avere il gioco necessario all’operazione. Quindi si rimuove la culla e il motore resta appeso per i supporti superiori. A questo punto si appoggia la coppa a un carrello solido e si possono sganciare i supporti motore. Una volta controllato di avere sganciato tutto, cavi, bulloni e accessori vari si solleva delicatamente l’auto con il ponte a due colonne e il motore rimane sul carrello.

CANNIBALIZZARE IL VECCHIO MOTORE

Il lavoro sul vecchio motore non è finito: bisogna recuperare tutte le parti accessorie che sono ancora in buono stato per montarle sul motore nuovo o rigenerato che di solito viene fornito semi completo, ovvero senza componenti come motorino di avviamento, alternatore, compressore clima, pompa servosterzo, sensori e altri particolari. Sarà il meccanico a decidere cosa vale la pena salvare e trasferire sul nuovo motore e cosa scartare. Si separa il cambio, così è anche buona norma installare una frizione nuova (il volano va fissato con chiave dinamometrica) e si collega quello nuovo.

SI FA “SALIRE” IL NUOVO MOTORE

Una volta assemblato tutto il materiale recuperato dal vecchio per il nuovo motore bisogna farlo passare nel vano motore: appoggiato su un carrello si posiziona e si fa scendere l’auto fino a farlo calzare alla perfezione con i supporti. L’operazione non è semplice e richiede più persone: una che comanda il ponte sollevatore e almeno due che controllano il passaggio del motore nel vano ricavato sulla scocca. Raggiunta la posizione si collegano i supporti motore mantenendo un appoggio sicuro sotto il motore. Ovviamente i supporti è meglio installarli nuovi per non avere problemi nel tempo.

SI RICOLLEGA TUTTO CON PRECISIONE

La fase del montaggio è molto complessa. Non solo perché bisogna rimontare tutto correttamente: solo un meccanico molto esperto è in grado di effettuare questa operazione con la corretta sequenza per ottimizzare i tempi. Attenzione anche a usare sempre la chiave dinamometrica dove richiesto dal costruttore rispettando le coppie di serraggio. Ordine, programmazione ed esecuzione sicura fanno la differenza e qui Cristian Pagani ci ha stupito sia per la competenza sia per come tiene pulito il posto di lavoro, gli attrezzi e l’auto che sta rimontando.

SI CARICANO I FLUIDI

Una volta completata la fase di montaggio bisogna caricare tutti i fluidi: olio motore, liquido raffreddamento, olio del servosterzo. L’auto è pronta per l’avviamento ma tutto il circuito di lubrificazione è di fatto scarico. Punterie, variatore di fase, alberi a camme sono ancora a secco. Prima del vero avviamento è consigliabile scollegare il tubo della benzina e fare girare a vuoto il motore con il motorino di avviamento per fare circolare un po’ di olio. Poi si ricollega l’alimentazione e giunge il momento di verificare se tutto è ok. Per l’avviamento del motore, una volta avviato prima di salire con i giri meglio aspettare che la combustione diventi regolare in tutti i cilindri. Qualche minuto di assestamento è necessario. Una volta che il motore è in temperatura di esercizio, appurato che la ventola di raffreddamento scatta alla temperatura giusta e che quindi non c’è rischio di surriscaldamento, si può testare la risposta al comando dell’acceleratore.

CONTROLLARE EVENTUALI ERRORI

Prima del collaudo su strada, anche per verificare che le sospensioni lavorino correttamente, meglio ispezionare l’elettronica di bordo via OBD con il tester alla ricerca di eventuali errori. Sbrigata questa fase non resta che verificare l’allineamento ruote (da fare sempre quando si scollegano le sospensioni) e procedere a un test su strada di alcuni chilometri. Tutto funziona correttamente? Si può riconsegnare la vettura.

a cura di Renato Dainotto - Foto Photo-R