Non serve un mago per prevedere che ci aspetta uno degli autunni più caldi degli ultimi anni. E non solo per il cambiamento climatico. Potremmo chiamarla una sorta di “prova finale”, che dimostrerà chi negli ultimi anni è riuscito a rafforzare le proprie difese immunitarie (non fisiche, ma aziendali) e chi invece ha semplicemente preso “psicofarmaci” per tirare ancora avanti. Ovvero si è semplicemente adattato a subire il mercato, abbassando i prezzi e usando qualche trucchetto sleale per sopravvivere.
Ma non c’è dubbio che la caratteristica che farà da spartiacque tra chi soccomberà e chi ne uscirà
– tutto sommato – più forte, sarà la tenuta mentale ed emotiva di chi guida l’azienda. Già adesso tutti noi notiamo un pericoloso peggioramento della situazione. Le persone sono (giustamente) esauste e le relazioni si fanno più complicate, nevrotiche, fragili. Tra fornitori e clienti, ma anche tra colleghi. Spesso mi capita di dovere gestire conflitti interni scatenati da semplici incomprensioni, o di dovere recuperare rapporti tra soci ormai ai ferri corti, o con i loro collaboratori. Ecco perché l’imprenditore avrà la grande responsabilità di mantenere la calma, di dare coraggio e tranquillizzare la propria squadra. E lui stesso dovrà cercare di stare a contatto con colleghi imprenditori che non perdano la bussola, ma allineati e compatti verso un obiettivo non facile: resistere all’ennesima bordata, nella consapevolezza che solo aiutandosi a vicenda sarà possibile salvarsi. Per questo ben vengano tutte le iniziative di questo tipo, volte ad aggregare e non a dividere. A fornire strumenti di crescita e non semplici convenzioni. A dare soluzioni per il futuro e non solo a fomentare lamentele e accuse nei confronti del mercato. Farne parte sarà il vero vantaggio competitivo per qualsiasi imprenditore che guardi al futuro della propria carrozzeria.
Fabrizio Cotza
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