Dopo le indicazioni positive che erano emerse nel periodo estivo, in settembre tornano lievemente a peggiorare i giudizi degli operatori dell’assistenza auto riguardo alle attività di officina. È quanto emerge dal Barometro sul sentiment del settore dell’assistenza auto, elaborato dall’Osservatorio Autopromotec sulla base di inchieste mensili condotte su un campione rappresentativo di officine di autoriparazione. Come mostra il grafico, la differenza (saldo) tra la percentuale di autoriparatori che hanno indicato alto il livello di attività e la percentuale di autoriparatori che invece lo hanno valutato basso, è stata pari a 0 (saldo nullo). Si tratta di un valore in diminuzione rispetto ai picchi eccezionali del periodo estivo (giugno +13, luglio +28, agosto +14), mesi in cui vi era stata una forte ripresa delle attività in quanto si erano concentrate tutte le riparazioni rinviate nei mesi precedenti a causa della quarantena.
Secondo l’Osservatorio Autopromotec, la frenata dei giudizi positivi da parte degli autoriparatori registrata in settembre è dovuta al fisiologico consolidamento della domanda di manutenzioni e riparazioni, domanda che si è stabilizzata dopo uno straordinario periodo di intensità lavorativa (quello dell’immediato post-quarantena).
Oltre ad analizzare il sentiment degli operatori sulle attività di officina, il Barometro dell’Osservatorio Autopromotec ha preso poi in considerazione anche la situazione per ciò che riguarda il livello dei prezzi di officina. Ne emerge che in settembre gli operatori che hanno giudicato bassi i prezzi sono stati di più di quelli che li hanno valutati alti, come dimostra il saldo che si attesta a quota -3 (un valore che è in linea con la media del trimestre precedente). I prezzi di officina si confermano così sostanzialmente bassi.
Per quanto riguarda le previsioni per i prossimi mesi, le attese degli autoripararatori sono improntate alla cautela. L’82% degli interpellati prevede infatti per le attività di officina una domanda stabile, mentre tra gli altri gli ottimisti (14%) prevalgono nettamente sui pessimisti (4%). Anche per i prezzi non si prevedono particolari scossoni. Il giudizio predominante degli operatori è infatti ampiamente orientato alla stabilità (94%), mentre le indicazioni di aumento dei prezzi superano lievemente quelle di diminuzione (5% contro 1%).
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