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Auto connesse: accesso diretto ai dati per la competitività delle PMI

No al veicolo esteso. Sì a una piattaforma telematica integrata, interoperabile, standardizzata e sicura, a garanzia di un mercato competitivo anche per le PMI dell’aftermarket. È questo il tema sul quale FIGIEFA e ADIRA stanno facendo sentire la loro voce presso la Commissione Europea

Il digitale è entrato a pieno titolo nella nostra vita, caratterizzando il nostro modo di essere, i nostri comportamenti e le nostre relazioni, con l’uso dei tanti dispositivi digitali. Anche l’automobile è digitale e, via via, diventa sempre più autonoma.

Nell’era digitale, quale sarà il ruolo delle PMI del comparto aftermarket automobilistico in Europa? Uno scenario chiaro quanto preoccupante arriva da FIGIEFA, Federazione Internazionale dei Distributori dell’Aftermarket Indipendente, e da ADIRA, Associazione Italiana dei Distributori Indipendenti di Ricambi per Autoveicoli, che insieme stanno facendo sentire la loro voce presso la Commissione Europea in difesa del mercato.

Entro i prossimi sette anni, il 60% dei nuovi veicoli avrà funzionalità telematiche, con sistemi di diagnosi e supporto per la riparazione dei guasti a distanza. Ma un tale mercato sembra essere destinato per lo più ai grandi industriali della mobilità, ai costruttori di veicoli, se non lo si lascia aperto a una concorrenza leale di accesso ai dati.

Per questo motivo FIGIEFA e ADIRA chiedono pari opportunità di accesso ai dati sia per le reti di assistenza dei costruttori di veicoli sia per quei fornitori di servizi indipendenti, capaci di cavalcare l’onda di questa trasformazione del digitale. Le PMI dell’aftermarket automobilistico devono, infatti, rimanere ancora e sempre protagoniste, in rappresentanza di un comparto che, nel suo insieme, rappresenta una catena di valore di oltre 500mila aziende (ricambi, apparecchiature per test diagnostici e informazioni per le riparazioni), con una forza lavoro di 4,3milioni di dipendenti.

E poiché l’accesso ai dati sarà l’elemento trainante del mercato, il futuro di queste piccole e medie imprese dell’aftermarket sembra essere segnato se i costruttori di veicoli non consentiranno loro l’accesso alle miriadi di dati, generati dalle auto connesse. Ecco perché FIGIEFA e ADIRA non vogliono un semplice accesso ai dati di seconda mano – di scarsa utilità – offerti dal “veicolo esteso”.

L’aftermarket ha bisogno di comunicare istantaneamente e direttamente con il veicolo e con il conducente, come e quando serve, per una concorrenza più equa, per una libera scelta del consumatore e per una competitività più equa del mercato e dell’economia. No, dunque, al “veicolo esteso”; sì, invece, a una piattaforma telematica integrata interoperabile, standardizzata e sicura (stabilita, fra l’altro, nel regolamento eCall UE 2015). L’Unione Europea dovrà, dunque, regolamentare un mercato aperto dei veicoli connessi e automatizzati, per garantire parità di condizioni per l’intera catena del valore automobilistico, fornendo una soluzione prima che l’aumento esponenziale dei veicoli connessi abbia un impatto irreversibile sulla capacità di competere delle PMI dell’aftermarket.