Un rottamatore di Desio sarebbe ai vertici della 'ndrangheta lombarda. L'impresa si occupava di recuperi e demolizioni, vendendo anche ricambi e parti di carrozzeria
Uno sfasciacarrozze quarantenne di Desio e un chirurgo plastico sarebbero ai vertici della 'ndrangheta lombarda, in costante contatto con i boss calabresi e capaci di infiltrarsi in affari e istituzioni. I due sono stati arrestati all'alba dall'antimafia milanese.
L'autodemolitore, Ignazio Marrone, era già stato coinvolto nell'inchiesta 'Infinito' che nel luglio 2010 portò in carcere 300 affiliati tra Lombardia e Calabria. Dalle intercettazione telefoniche è emersa la sua disponibilità di armi, alcune delle quasi sequestrati in due sopralluoghi della polizia: una Mauser, arma da guerra, e una Beretta clandestina, quest'ultima custodita da un dipendente assieme a un disturbatore di frequenze. A Desio l'autorimessa era un vero e proprio fortino, sorvegliato da telecamere, e qui secondo gli investigatori avvenivano gli incontri tra affiliati. Marrone era autorizzato dal clan a risolvere i contrasti tra gli affiliati di 'ndrangheta calabrese e Cosa Nostra. L'impresa si occupava di recupero e autodemolizioni, vendendo anche ricambi di recupero e parti di carrozzeria.
Il chirurgo Sgrò e Marrone agivano in perfetta simbiosi, occupando entrambi un ruolo di comando nella 'ndrangheta calabrese trapiantata al nord.
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