Il passaggio all' auto elettrica potrebbe avere per l' UE pesanti ripercussioni a livello occupazionale, con perdita di posti di lavoro anche sul versante riparativo
I costruttori Ue di ACEA, sulla base ai risultati di uno studio della società di consulenza FTI, richiamano l’attenzione sull’impatto occupazionale legato alla diffusione dell’auto elettrica.
Secondo il report, la Commissione europea avrebbe sottostimato gli effetti negativi sul lavoro dei nuovi obiettivi di riduzione della CO2 delle auto. La minore complessità dei motori elettrici e le diverse competenze richieste, sottolinea Acea “possono avere serie implicazioni lungo tutta la supply chian del settore automotive, colpendo in modo sproporzionato i fornitori di componenti”.
Secondo il rapporto, che ha riunito i risultati di vari studi recenti, un rapido passaggio a veicoli elettrici completi avrà un profondo impatto sull’occupazione. Questo perché la produzione e la manutenzione/riparazione dei veicoli elettrici a batteria è meno laboriosa di quelli convenzionali, data la loro minore complessità meccanica e il minor numero di parti.
Potrebbero quindi esserci gravi implicazioni per l’intera catena di fornitura automobilistica, con conseguenze sproporzionate sui fornitori di parti e componenti, secondo uno studio UBS citato nel rapporto FTI. I fornitori europei dovrebbero infatti produrre circa il 38% in meno di componenti per le auto elettriche. Lo studio sottolinea che molti di questi fornitori nell’UE sono PMI, che con ogni probabilità avranno maggiori difficoltà a realizzare la transizione in tempi brevi rispetto ai produttori di automobili.
Oggi l’industria automobilistica rappresenta oltre l’11% dell’occupazione totale nell’industria manifatturiera dell’UE. In 14 regioni dell’UE, concentrate nella Repubblica ceca, in Germania, in Italia, in Slovacchia, in Ungheria, in Romania, in Svezia e nel Regno Unito, il settore automobilistico rappresenta addirittura oltre il 20% dell’occupazione totale nel settore manifatturiero. Una spinta forzata alle auto elettriche inciderà in modo sproporzionato sui posti di lavoro in queste regioni, secondo il rapporto dell’ FTI.
“I costruttori vogliono muoversi il più velocemente possibile verso i veicoli zero-emission”, spiega il segretario generale di Acea, Erik Jonnaert, “tuttavia, l’intera filiera dell’auto europea dovrà trasformarsi a un ritmo gestibile, salvaguardando l’occupazione e la redditività a lungo termine”. “Questo rapporto”, conclude Jonnaert, “chiarisce che obiettivi per la CO2 eccessivamente stringenti, così come quote di vendita irrealistiche per i veicoli elettrici a batteria potrebbero portare a gravi problemi strutturali in tutta la Ue”.
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